Ma la nostra metà esiste? Oppure è finita nella sangria? Una riflessione (e una playlist)
Avete presente la foto Le Baiser De L’Hotel De Ville?
Lo scatto di un amore giovane e istintivo che sembra durare per sempre ma che in realtà fu una breve relazione durata qualche mese. Un amore venduto all’asta nel 2005 per poco più di 200000 euro.
Ecco, io di fronte a questa immagine, che tengo appesa al muro di casa, mi sento esattamente come il tizio dietro con il basco nero; cioè come un passante che non ci sta capendo più un cazzo.
Gli inviti ai matrimoni e ai battesimi della gente con la quale ti ubriacavi e ballavi fino a perdere i sensi, hanno una frequenza più elevata di quella con cui ti fai lo shampoo.
Sembra che tutti tranne te, abbiano quadrato il cerchio.
Tu sei ancora nella fase bimbo incazzato dello spot della Levi’s che tenta di fare entrare il triangolo della sezione del cerchio.
Che l’amore non fosse un sonetto, lo avevi capito dal primo istante di vita, e quando innamorato lo sei stato per davvero, sei stato così furbo da scappare.
Sei volato via con la stessa grazia e indifferenza di Kate Moss nella puntata dei Griffin e somigli sempre di più a BoJack Horseman.
Poco male, ripeti a te stesso. Ti è rimasta una canzone e il bar sotto casa.
E comunque è meglio non pensarci troppo sù.
Anche in questo caso, come sempre, gli alcolici ci danno una mano. Oggi però nessun consiglio, giornate che sono, vale tutto.
Dal Tavernello al Krug. Anche se io, fossi in voi, opterei per il Barbacarlo di Lino Maga.
Un vino che per me è sempre stato sinonimo d’amore.
Perché, ammettiamolo, siamo tutti un pò romantici e drammaticamente bisognosi di quell’amore che in pubblico non si dice, che fingi di non volere mentre ti attacchi disperatamente all’ennesimo gin tonic.
E nella testa c’è ben più di una canzone; hai un’intera playlist da riprodurre mentre nuoti fino al fondo del bicchiere.
Fortunatamente almeno Spotify, ti da la possibilità di ascoltare quello che vuoi con una bella sessione privata mentre continui a bere e a chiederti: “Ma la mia metà esiste? Oppure è finita nella sangria?”
https://open.spotify.com/playlist/462JmDBAACO7znvES6Z2f6?si=JrD2hdDFQSKz79j_kUEXMg
Vecchio ma buono: l'Old Fashioned come cura all'acredine natalizia.
Secco, ma non secchissimo, è uno dei cocktail più famosi della storia della mixology, il preferito da Don Draper, protagonista della serie Mad Men.
Ladies and gentleman sto parlando del mitico Old Fashioned, consumato già nella prima metà dell’ ‘800 tra le strade di una fumosa e ruggente New York e che ben si presta in queste deliranti giornate di festa.
É, insieme al Sazerac, uno dei cocktail più antichi e fu probabilmente il primo ad essere definito tale, come dimostrano gli annali.
La prima definizione di cocktail apparve il 13 maggio (lo stesso giorno della Madonna ai tre pastorelli in Cova d’Iria… un caso?) del 1806 sul “The Balance and the Columbian Repository”: “Una bevanda alcolica stimolante composta da liquidi alcolici di varia natura, zucchero, acqua e bitters”; praticamente la ricetta di un Old Fashioned.
Ebbene si, l’iconico cocktail è composto da un distillato come il Bourbon (preferito dalla sottoscritta) o Rye, una zolletta di zucchero imbevuta da due gocce di angostura e uno spruzzo di acqua (o soda) utile soltanto a fare disciogliere lo zucchero.
La sua tecnica di preparazione si chiama Build cioè costruire: il cocktail infatti viene “costruito” direttamente nel bicchiere dove sarà servito e mescolato delicatamente con un bar spoon.
Tuttavia, la comparsa del primo vero Old Fashioned la dobbiamo, come spesso accade, a Jerry Thomas e al suo mitico Manuale del vero Gaudente, dove si cita un Whiskey Cocktail, composto da whiskey, zucchero, bitter, acqua e buccia di limone.
L’origine del nome è invece attribuita a Leander Richardson che nel 1886 scrisse un articolo in cui contrapponeva i nuovi cocktail a quelli old fandioned e da allora, questo celebre whiskey cocktail prese il nome che noi tutti oggi conosciamo
Un cocktail talmente amato, che ha dato il nome al tipo di bicchiere in cui viene servito e che l’associazione internazionale dei Bartenders (IBA) ha inserito tra i così detti unforgettables, gli indimenticabili e state certi, che una volta provato, sarà davvero impossibile da dimenticare.
Personalmente - sopratutto in periodo natalizio - ne faccio fori robuste scorte, quando a furia di ascoltare canzoncine melense, mi viene la voglia di urlare ai bambini per strada che Babbo Natale in realtà non esiste. Allora, ordino un Old Fashioned e mi quieto.
Insomma, mentre i tasci bevono Vodka & Redbull e i poveri di spirito si scolano ettolitri di Moskow Mule, tu che sei amante del buon bere, sarai spesso tentato di ordinare un Old Fashioned come pre-dinner perfetto, da abbinare alla tua malinconia.
Ha un colore ambrato e ipnotico che incarna lo spirito del distillato con cui viene preparato e che ti rimanda indietro, a quei locali fumosi e segreti dell’era del proibizionismo, dove si era soliti pestare la buccia di limone con lo zucchero, per celare un pò il sapore e l’odore del whiskey di contrabbando.
Una ricetta che mette insieme le note spigolose dell’angostura con le spezie e la morbidezza del whiskey, che cambia ad ogni sorso e chi vi regalerà momenti unici, di pura contemplazione.
Un cocktail da bevitori purosangue dal temperamento nostalgico e segretamente romantico. Un cocktail perfetto anche in solitaria: soltanto tu, il tuo cuore, il tuo whiskey preferito e Nat King Cole.
I migliori whiskey per un perfetto Old Fashioned:
Buffalo Trace Kentucky Straight Bourbon Whiskey,
Bulleit Straight Bourbon Frontier Whiskey,
Michter's Small Batch Bourbon.
La colonna sonora: Unforgettable di Nat King Cole.
Tecnica di preparazione: Build
Ingredienti
- 4.5 cl Bourbon (o Rye whiskey)
- 2 Dashes Angostura Bitters
- 1 Zolletta di zucchero
- Uno spruzzo di soda (o acqua)
Bicchiere: Old Fashioned
Occhi al cielo, bicchieri in mano. Cosa bere guardando le stelle (e una canzone).
Forse non tutti sanno che il fenomeno delle stelle cadenti nella notte di San Lorenzo, è in realtà il passaggio delle Perseidi, uno sciame meteorico (polveri e ghiaccio) proveniente dalla Costellazione di Perseo.
La trazione cristiana però associa il fenomeno al martirio del povero diacono di papa Sisto II, identificando i tizzoni su cui venne arso vivo, alle stelle cadenti, dette anche lacrime di San Lorenzo.
Astronomia a parte, ho sempre amato pensare che davvero le stelle vengano giù come un pianto, come quando accumuli tensione e malumore e poi all’improvviso via, giù con lacrimoni a dirotto.
Chissà se anche il cosmo nella notte del 10 agosto sbotta pure lui e ci vomita addosso tizzoni luminescenti nel tentativo di farci fuori o anche distrarci da una fine imminente.
Ad ogni modo, state bene attenti a cosa desiderate e buttatevi sui classici.
Optate per salute, soldi e lavoro. Occhio all’amore che - se non stai attento e non desideri bene - può tranquillamente rivelarsi una fregatura.
Oppure andate sul sicuro e desiderate oceani di alcolici, che resteranno la nostra cara e sicura certezza, anche se venissero giù dal cielo.
Ma se proprio desiderate l’amore, cercate il posto più buio che c’è, naso sempre in sù e magari ascoltate “Fade Into You” il languido capolavoro dei Mazzy star. https://www.youtube.com/watch?v=oJ9E0mC9Cwk
Dicono che il cielo protegga sempre gli inguaribili romantici.
Nel dubbio però, ecco cosa bere nella notte più sentimentale dell’anno.
- Il vino è una scelta piuttosto sicura. A casa, all’aria aperta al ristorante, saprà dare la giusta e moderata base alcolica. Optate per delle bollicine: per una scelta low cost Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut DOCG “Prior” di Bortolomiol; per una scelta di stile Franciacorta Brut Rosé DOCG di Ferghettina (con la sua bella bottiglia squadrata e trasparente); in stile Lapo Elkann con uno Champagne Cristal 2002 - Louis Roederer.
- Birra. È la scelta ideale per una notte in spiaggia. Testa all’insù, brezza marina e luppolo per scegliere la bellezza delle cose più semplici. Via libera a tutte le marche che vi vengono in mente… Le super consigliate: Chimay Blu, Moretti, Forst.
- Cocktails. In una notte magica come quella di San Lorenzo, come non sceglierne uno a base di gin? Ordinate un Singapore Sling. Questo cocktail nasce nel 1915 dal genio di Ngiam Tong Boon per aiutare le donne che, nei primi del Novecento, non potevano liberamente bere in pubblico. Ha un colore fra il rosso e l’arancione, per far credere che si trattasse di un drink analcolico. Preparato con gin, Cherry, triple sec, e Benedictine, si serve in un bicchiere highball guarnito con una ciliegina.
Pezzo freddo, birra calda: il romanticismo a 10 euro (e una vita liquida)
Quante volte vi siete chiesti se per passare una serata romantica con il vostro lui o la vostra lei, fosse necessario spendere cifre esorbitanti se non addirittura accendere un mutuo?
E quante volte, nonostante le cifre spese siete tornati a casa mestamente, con un pugno di mosche?
Il romanticismo a poco prezzo è cosa passata di moda direte voi.
Ma non è esattamente così.
Ad esempio, se per caso ricadete nella categoria dei possessori di un vespone bianco, avete vinto, perché già soltanto con un bel giro zona Addaura all’ora del tramonto, l’avete spuntata.
Se poi siete anche gradevoli d’aspetto, vi basterà un giro attorno al palazzo o semplicemente una posa sul vostro bianco destriero dalla frenata poco sicura.
Se non avete un vespone bianco, probabilmente dovrete impegnarvi un pò di più…
Ma vi assicuro che che basta una passeggiata in centro travolti dalla pioggia, una seduta fronte mare con una bella Birra Forst da 2,5 euro e un pezzo di rosticceria scadente per lavare via il malumore e magari chissà, portarsi a casa un bel ricordo.
Certo, non siamo né Massimo Ciavarro né Eleonora Giorgi, la birra si scalda in fretta e il pezzo diventa freddissimo e in più non siamo a Forte dei Marmi ma nella bella e lurida Palermo.
Il punto è che non siamo più abituati a credere che le cose belle possano anche essere a buon mercato e ci rifugiamo in una cortina borghese fatta di posti à la page e di hipster barbuti (che pure ci piacciono per carità).
Ma noi nati negli anni ’80, cresciuti a pane, Kiss me Licia e fettine panate, in fondo ci crediamo ancora che non bisogna essere ricchi per comprare un pò di felicità.
Basta trovare qualcuno con il ciuffo rosso, un carretto con le bibite, un posto ameno e una bella canzone di Brunori Sas e il gioco è fatto. Con 10 euro vi sarete portati a casa una bella serata, qualche ricordo e pure un pò di soldi per fare benzina e ritornare a casa.
E se pure alla fine, ci ritrovassimo soli e con un pugno di mosche, prima o poi ritroveremo quel posto à la page che ci teneva al sicuro e il budget per ordinare valanghe di gin tonic con il London N°1 o un biglietto per il concerto di Brunori Sas *.
* https://www.youtube.com/watch?v=52puh32B4OI
Cinque vini per l'estate *( *da mettere in valigia o in frigo se non potete permettervi una vacanza)
Per qualcuno è già tempo di ferie, per altri è già tempo di rientro e per altri ancora si resta in città (causa disoccupazione o matrimoni in serie).
In un caso o in un altro l’estate va affrontata e superata ed ecco che come sempre il vino ci sostenta e ci fa compagnia in questo agosto che bussa forte e caldo. Ecco allora cinque vini da mettere in valigia o in frigo se non potete permettervi uno straccio di vacanza.
- Cortese di Gavi Palás di Michele Chiarlo. Leggero e fresco il cortese di Gavi è vino perfetto per gli aperitivi del tardo pomeriggio o per un pasto leggero sotto l’ombrellone. Dal prezzo medio più che abbordabile, vi sorprenderà con la sua delicata nota alcolica e sapida. Costo10 € circa.
- Collio friulano, Venica. L’ex tocai di casa Venica è un bianco pulito e dalle piacevolissime note profumate. Accattivante per il suo bouquet di frutti gialli e agrumi con una leggera nota di mandorla. Fresco e di buona acidità, ha una chiusura piacevolmente sapida che lo rende perfetto per un grande classico della tradizione culinaria siciliana: il cous-cous (di pesce, of course). Costo 17 € circa.
- Occhio di terra, Caravaglio. C’è tutta l’identità vulcanica dell’isola di Salina in questo bianco potente, dove la malvasia in purezza è protagonista assoluta. Dal costo medio (25 €) e dalla beva indimenticabile è un vino unico nel suo genere dal naso esplosivo e gusto rotondo. É un bianco incantevole ma decisamente non per tutti. Da bere ogni volta che è possibile è anche perfetto come lenitivo dai mali del mondo .
- Cotes de Provence Rosé, By Ott. Straordinariamente fresco e agrumato, con cenni di pesca e fiori. Sapido ed equilibrato ha una leggera speziatura che lo rendono perfetto per accompagnare preparazioni a base di pesce crudo o gigliato o comunque per un aperitivo made in France. Costo 20 € circa.
- To you bolle, cantine Ceci. Un lambrusco unico grazie ad un packaging accattivante: la bottiglia è infatti realizzata in “lavagna” e corredata di gesso e cancellino. É un vino rosso frizzante perfetto per le caldi notti estive. Provatelo con la frittura ma anche con un pacco di patatine San Carlo per un aperitivo low cost ma dall’indiscusso appeal. Costo 8€.
Un secolo di Negroni: cinque varianti di un classico senza tempo.
Cento anni e non sentirli. É proprio il caso di dirlo a uno dei cocktail più amati al mondo: il Negroni.
La leggenda narra che intorno al 1919 il Conte Camillo Negroni, cliente abituale del Caffè Casoni di Firenze, chiese al bartender e amico Fosco Scarselli di “irrobustire” il suo solito cocktail (un mix di bitter, vermouth rosso e soda).
Il conte, reduce da esperienze londinesi, chiese di aggiungere del gin all’innocua preparazione così da dare una bella spinta alcolica senza alterarne il colore. Da allora, sempre più persone cominciarono a chiedere il drink “alla maniera del conte Negroni“. O più semplicemente, un Negroni.
Fu così che nacque una leggenda che ancora oggi conserva il suo fascino semplice e robusto.
Da oltre cent’anni è il cocktail perfetto per tutte le ore del giorno e della sera che predispone ai pasti ma sopratutto all’interazione sociale. Forte, fresco ed equilibrato ha un gusto unico ed è senza dubbio, uno dei miei cocktail preferiti in assoluto.
Si dice che il conte ne bevesse almeno 40 al giorno… roba da coma etilico direte voi. Non esattamente. All’epoca il Negroni veniva servito in bicchieri decisamente più piccoli, come i calici da Cordiale dalla capacita di 3 cl. Certo, il conte ci andava giù pesante e non mi stupirebbe sapere che la sua morte, sopraggiunta nel 1934, abbia avuto a che fare con la resa del suo fegato...
Ma come si prepara il Negroni? Una parte di bitter, una di vermouth rosso, una di gin. A proposito di gin, la migliore scelta per una classico Negroni è il Gordon's gin. Si, esattamente. Proprio quel gin con cui siamo cresciuti e abbiamo perso la dignità ai festini open bar.
Se parliamo di vermouth e bitter non possiamo non pensare ad altre eccellenze italiane: quella tutta torinese di Martini e Rossi e quella milanese del genio di Gaspare Campari, inventore del bitter e dell’omonima azienda. Nemmeno a dirlo, Milano-Torino è il nome del cocktail che può essere considerato l’austrolopiteco del nostro amato Negroni, preparato con vermouth rosso e bitter Campari in uguale quantità.
Se poi al Milano-Torino, si aggiunge la soda, si ottiene un altro grande classico dell’aperitivo che negli anni 30’ - in onore del successo del pugile Primo Carnera a New York- venne chiamato americano, il papà nel nostro amatissimo.
La versione originale del nostro beniamino alcolico è e resta sempre una certezza nei nostri bicchieri (in questo caso sempre e solo tumbler), ma esistono delle varianti (che nel gergo della mixology si definiscono twist-on) che pure ci piacciono tanto: ecco le cinque più famose.
- Sbagliato. Il genio italico non si fermò solo alla creazione del Negroni, ma diede vita ad una famosissima variante, anzi ad famosissimo sbaglio. Nel 1960 al Bar Basso di Milano, il buon bartender Mirko Stocchetto, nella foga creativa che solo un Negroni può creare, sbagliò bottiglia e mise lo spumante brut al posto del gin. Nacque così un’altra leggenda dal tenore alcolico più contenuto: il Negroni sbagliato (o semplicemente “sbagliato”).
- Punt e Mes Negroni.É la mia variante preferita: più amarostico dell’originale, la sua paternità viene rivendicata dal regista Luis Buñuel nella propria autobiografia dove lo chiama “Buñueloni”. Il Martini viene sostituito dal Punt e Mes, un vermut italiano della famiglia Carpano, dal colore più scuro e dal sapore più amaro.
- Cardinale. Negli anni '50 a Roma, un prelato tedesco era solito frequentare l’Excelsior di via Veneto, dove il barman, Raimondo, gli propose di provare un cocktail creato da lui. Ispirandosi al colore dell’abito del suo cliente, sostituì il Martini rosso con il Dry e chiamò la sua invenzione “Cardinale”. Quando si dice la fantasia...
- Negroski.Una celebre variante che arriva dall’est è il Negroski, meno romantico e più amaro dell’originale è preferibile assumerlo dopo cena. Il gin viene sostituito dalla vodka e perde di fascino.
- Boulevardier. Ultimo ma non per importanza il mio amatissimo Boulevardier. Qui la storia cambia sensibilmente diventando meravigliosamente calda e avvolgente. La sua creazione è attribuita a Erskine Gwynne, scrittore che nei primi anni ’30 fondò una rivista mensile chiamata Boulevardier. Il Gin viene sostituito con il Whisky (normalemnte un bourbon) e decorato con una ciliegina al maraschino oppure la scorza di limone. Alcuni lo servono on the rocks ma per me, la sua morte è liscio liscio, senza nemmeno una scorzetta di limone.
Nella sua apparente semplicità, il Negroni va eseguito con precisione: il suo segreto è l’equilibrio che in pochi sanno rispettare alla perfezione.
Servito nel tumbler con ghiaccio e fettina d’arancia, se preparato con cura, non ci deluderà mai. E qualora ve lo steste chiedendo: no, la cannuccia non è ammessa.
40% all’ombra: cinque alternative alcoliche per sconfiggete il caldo.
Dalle mie parti, nelle ridente e umidissima Palermo, l’estate si è fatta attendere un pò e adesso è arrivata con tutta la sua tempra africana.
Si suda tanto, si soffre di più ma impenitenti come babbaluci dopo la pioggia, la sera si esce e si va a bere qualcosa. Con questo caldo però scoprirete che i cocktail che eravate soliti tracannare fino a qualche settimana fa, vi scaldano più del piumone dell’Ikea.
Anche l’amatissimo gin tonic - che pure in condizioni di normalità e moderata ventilazione va sempre bene - risulta pesante quando stillate gocce di sudore dopo una breve passeggiata.
Per combattere quest’afa asfissiante che le previsioni meteo danno in forte aumento, vi consiglio di dire basta al solito spritz e di provare queste cinque validissime alternative ai soliti cocktails.
- FRENCH 75 Dedicato agli amanti delle bollicine e del gin rientra nella famiglia degli sparkling ed è la chiccheria fatta cocktail. I suoi ingredienti base sono gin, succo di limone e zucchero che vengono shakerati e colmati poi con lo champagne in eleganti flute. La storia ne attribuisce la paternità ad Harry Macelhone, proprietario nel 1915 del Harry’s American Bar di Parigi, uomo che ha letteralmente fatto la storia dei cocktails. Il suo nome sembra risalire a quello di un cannone francese utilizzato nel corso della I guerra mondiale, ma di questo nessuno è certo. Quel che è certo è che il French 75 è un aperitivo perfetto, con un allure unico e non può assolutamente mancare nel bagaglio alcolico di una donna di classe.
- DARK and STORMY Fa parte della famiglia dei buck che comprende tutti i drink preparati con un distillato miscelato con lime e ginger beer. Ebbene si, il vostro amato Moskow mule rientra in questa famiglia prima chiamata buck ma ormai nota come mule: London mule, mexican mule, e simili sono tutti fratelli. Nel dark and stormy il distillato è rappresentato tradizionalmente dal Gosling’s Black Rum (in assenza di questo, un bravo barman saprà consigliarvi una valida alternativa). La leggenda narra che quando un barman servì un marinaio e versò il rum sopra il ginger beer, il marinaio esclamò: “questa è una nube di tempesta, ne un pazzo ne un uomo morto la navigherebbero!” Provare per credere.
- MINT JULEP É la prova che anche il whiskey - se ben miscelato - può risultare fresco e dissetante. La ricetta non è per nulla complicata e prevede zucchero, foglioline di menta, un goccio d’acqua, bourbon e ghiaccio tritato (esistono varianti anche a base di rum o brandy). La storia racconta che la prima apparizione del cocktail avvenne il Louisiana nel 1700 come medicina: un tonico per problemi di nausea e digestione. Ben presto, divenne una bevanda ricreativa che i veri uomini consumavano anche nel pomeriggio; una sorta di tè freddo per chi non deve chiedere mai.
- PASTIS Il liquore nacque secoli fa a Marsiglia ed è oggi la bevanda hypster per eccellenza. Fu inventato da Paul Ricard che modifica una ricetta già esistente e crea il suo liquore a base di anice stellato, liquirizia, zucchero e alcol. Amatissimo tra i fan della nostra acqua e ‘zammù è tutt’altro che scarsamente alcolico. Normalmente non si beve puro ma con l’aggiunta di acqua fredda e successivamente ghiaccio. Il pastis è formalmente un aperitivo ma mai nessuno con questo caldo infernale si azzarderà a dirvi nulla se lo consumate after dinner.
- TOMMY’S MARGARITA É un all day cocktail più apprezzati di sempre, sia perché si può bere a tutte le ore del giorno e della sera sia perché il gusto del tequila, del lime e dello sciroppo di agave sono ben bilanciati e regalano sensazioni uniche di gusto e freschezza. La sua storia è particolarmente recente: è stato creato nel 1990 da Julio Barmejo, figlio dei proprietari del locale Tommy’s Restaurant di San Francisco che vanta ad oggi una delle più vaste selezioni del nostro amato distillato messicano. Il buon Julio effettuò una semplice variazione al più classico Margarita, sostituendo il triple sec con lo sciroppo di Agave. Un’ulteriore variazione? Provatelo con il mezcal al posto del tequila per sfiorare i limiti della perfezione.
Provateli uno per volta o tutti insieme, andrà comunque bene: tutto dipenderà dal caldo e dal vostro stato d’animo.
L'oroscopo alcolico dell'estate
ARIETE. Giove potrebbe aiutarvi a risolvere un problema economico o legale che vi consentirà di poter fare un viaggetto. L’estate inspiegabilmente vi porta anche una ventata di ottimismo e avrete voglia di bere Cuba Libre senza pietà. A settembre capirete che non c’era nessun motivo per sorridere e cadrete in una leggera depressione, ma il rum continuerà a farvi compagnia.
TORO. Con la primavera vi sentivate più liberi e più forti anche a livello sentimentale. L’amore latita, qualche buon incontro ma nessuno decisivo. Un pò di sfiga tra giugno e luglio sarà attenuata da litri e litri di pinot bianco. Ma a settembre, ubriachi e con il fegato a pezzi, ritroverete la serenità.
GEMELLI. Se state cercando un nuovo lavoro probabilmente riuscirete nell’intento. realizzarsi entro la fine dell’anno. Dopo una primavera fiacca, agosto consentirà di recuperare il fisico e la linea che vi sputtanerete tranquillamente al bar, fagocitando stuzzichini e ettolitri di Spritz. Ok, d’accordo, ma lo Spritz dopo cena non è consentito: andateci di Negroni.
CANCRO. Saturno continua con la sua opposizione almeno fino a giugno; poi entrerà nelle fila del PD e voi comincerete a respirare. Il gin tonic sarà sempre e comunque una consolazione mentre vi accorgerete che attorno voi hanno tutti dei problemi serissimi e che l’unica soluzione possibile per avere una vita sociale decente è quella di accettarvi belli per come siete e cominciare a pretendere di più dagli altri.
LEONE. Siete al massimo delle vostre energie, pronti a conquistare e persuadere tutti. Anche sul fronte sentimentale sembra che questa sia la migliore estate degli ultimi 10 anni. Ma il caldo sarà eccessivo, non vi accorgerete della fortuna sfacciata che vi circonda e dovrete aspettare settembre per avere una gioia. Nel frattempo, vagonate di carricante, vino secco e sapido dal sicuro appeal, vi sostenteranno nelle caldi notti estive.
VERGINE: Non c’è nulla di male nel sentieri stanchi e volere cambiare qualcosa che dura da troppo tempo. Quest’estate ci saranno un sacco di cambiamenti nella vostra vita lavorativa e privata e non sempre positivi: dimenticherete il dimenticabile con un mare di Margarita.
BILANCIA: É giunto il momento di andare oltre e superare l’eclissi di questo inverno. In realtà prima che accada, dovete saldare una grosso debito e invece di partire come previsto, resterete al lido sotto casa. Poco male, avete comunque il mare vicino e birra in lattina da 0,50 €.
SCORPIONE:Vi siete messi in gioco e avete dato tutto di voi stessi in una storia in cui nemmeno Sandro Mayer ci avrebbe creduto. La delusione è tanta, ma gli amici non vi mancano e per fortuna nemmeno i cocktail bar. Via libera a fiumi di Pisco Sour, bevanda nazionale del Perù perché è proprio li che vorreste fuggire.
SAGITTARIO: Grinta e determinazione sono le parole d’ordine anche di questa estate 2019. La strada è in salita ma lastricata di imperdibili occasioni. Grandi gioie con l’arrivo di settembre: nel frattempo la vodka vi farà da balia in questa estate tutta in salita. Portate pazienza e tanti Vodka tonic.
CAPRICORNO: Via avevano assicurato che il 2018 e il 2019 sarebbero stati gli anni della riscossa… non la vostra evidentemente. La vita privata è al tracollo, l’amore è andato via come Marco nella canzone di Laura Pausini. Si, vi restano gli alcolici: Corpse Revivert in quantità industriali per superare le sbornie del destino.
ACQUARIO: Sembrava essere giunto per davvero il momento della riscossa. Non è così, questa riscossa potrebbe non arrivare mai. Non in questo secolo. Piccole gioie d’amore in compenso allieteranno un estate piena di ansie e preoccupazioni. Cosa bere? Tom Collins, una piccola certezza “old” che non delude mai.
PESCI: avete fama di essere animi sensibili e artistici, per questo una semplice avventura estiva vi sembrerà una eterea e romantica storia d’amore, che alla fine potrà minare la già labile stabilità emotiva. I matrimoni degli amici faranno il resto. Acqua santa sour o un più semplice Pimm’s vi aiuteranno a sopportare se non l’amarezza, il caldo asfissiante.
Pensavo fosse amore invece era Mark Caltagirone: cosa bere se il tuo amore è un fake
L’abbiamo vista in lacrime in Tv: Pamela Prati confessa che il suo fantomatico fidanzato e promesso sposo Mark Caltagirone, in realtà non esiste. Dichiara di essere stata raggirata e plagiata, scoppia in lacrime; lei ha creduto veramente all’esistenza di quell’uomo, dice. “Che assurdità!” penserete.
Ma pensateci un attimo e pensateci bene. In fondo, in un modo o in altro, non abbiamo avuto tutti un amore fake?
Amori sbocciati e consumati esclusivamente a colpi di chat su Messenger e conversazioni fiume su WhatsApp. No dico… io conosco gente che dice di essere fidanzata ma che il tipo/tipa vive fuori, si messaggiano ogni 30’’ ma niente, mai visti di persona. Non una cena, né un aperitivo. Un amore virtuale.
Ne conosco altri che incontrano qualcuno che sembra davvero perfetto ma ha qualche problemuccio in famiglia. Questi in realtà celano e camuffano una vita parallela, millantando complicate circostanze familiari e scuse assurde per giustificare la loro assenza.
A volte siamo proprio noi in totale autonomia, a ricamare un ideale su qualcuno che alla fine è piuttosto normale ma - forse la noia, forse la voglia di un finale alla La bella e la bestia - finiamo per innamorarci di qualcuno che non c’è. Lui sembrava Khal Drogo ma in realtà è più simile a Gigi Marzullo (che pure ci piace tanto). Lei sembrava Daenerys Targaryen* al massimo del suo splendore e lucidità ma in realtà ha la tempra e le ambizioni di Puffetta.
Pensavo fosse amore invece era Caltagirone… e non è sempre colpa degli altri. Insomma, capita… ci si fanno i così detti flash e ci si innamora di qualcuno che non esiste.
Il sentimento magari è pure autentico così come la delusione che arriva, puntuale come una partecipazione di nozze a giugno.
Come sempre, gli alcolici ci vengono in soccorso e al netto dei pochi amici che ancora ascoltano certi vaneggiamenti, conviene mettere mano al portafogli e procurarsi qualcosa da bere.
- Se l’amore è stato tutto un social. Prima o poi realizzerete che in realtà non c’è granché per cui disperarsi. Nel frattempo, vuoi l’orgoglio ferito, vuoi la delusione di non aver potuto incarnare quell’amore, una vagonata di Fresconegro (cocktail a base di Amaro Montenegro e acqua tonica) made in Taverna Azzurra, farà al caso vostro. Perché? Presto detto. Costano poco e siccome ve ne serviranno davvero tanti, meglio non spendere cifre assurde di cui vi pentirete una volta rinsaviti.
- Lui/lei ci ha mentito così bene che nemmeno Bill Clinton sul sexgate e Monica Lewinsky. Qui le cose cambiano. La sensazione della presa per i fondelli è bruciante e ci si sente pure stupidi. Non c’è gara: ettolitri di gin senza limiti. Il gin è la panacea di tutti i mali. Da bere liscio consiglio Old Tom 'Ki No Tou' della Kyoto Distillery. Con la tonica invece il Tanqueray Rangpur dai sentori agrumati. Per i fanatici del cocktail Martini: Martin Miller’s Westbourne Strength e il vermut Noilly Prat. Sono più costosi del Fresconegro ma vanno ancora di moda e non si corre il rischio di dare nell’occhio quando si beve in pubblico. L’alternativa è andare in analisi da uno psicoterapeuta che costa ancora di più. Almeno con il gin potrete sperare di prendere sonno.
- Se avete fatto tutto da soli. Soltanto affogare nel whisky può seriamente lenire la bruciante sensazione che la presa di coscienza di essere stati degli autentici pirla comporta. Uno scotch o un bourbon saranno perfetti (si, sono entrambi whisky ma sono fatti in posti e modi diversi. Tratteremo l’argomento a parte). Tra gli scotch lo Speyside 1995 Blended Malt 20 y.o. di Samaroli sarebbe perfetto oppure il Single Malt Lagavulin che comunque piace ed è più economico e facile da reperire. Tra i bourbon il Kentucky 10 y.o. Michter’s sarebbe quello giusto ma è difficile da trovare da queste parti. Ripiegate sul Buffalo Trace o sull’iconico Wild Turkey 101. Se non volete berli lisci, potete sempre affidarvi alla mixology e uccidervi con intensi Rothmans ed eroici Rob Roy a base di scotch oppure affondare in classici Old fashioned o aromatici Boulevardier preparati con il bourbon.
Certo, badate bene: l'alcool non è una soluzione... Però ci aiuta e aiuterà sempre a sopportare che niente è come sembra, anche se il sembra a volte è bellissimo (come un fake).
* "Nata dalla tempesta", la prima del suo nome, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, khaleesi del Grande Mare d'Erba, "la Non-bruciata", "Madre dei Draghi", regina di Meereen, "Distruttrice di catene".
Mille bolle di te e di me
Giugno è alle porte. L’estate 2019 tanto attesa sta arrivando. Eccola, la stagione dei mancamenti sotto il sole, del mare sempre e comunque, delle derive in cerca dell’ombra e dei locali climatizzati.
La stagione dell’amore. L’amore che sboccia sui tramonti al mare, l’amore che finisce perché « ho bisogno di pensare a me stessa/o e quindi vado a Marbella con gli amici», l’amore consacrato da Dio o dall’uomo: la stagione del MATRIMONI.
Perché ammettiamolo, nessuno di noi si salva e da aprile in poi scatta la fobia delle partecipazioni e delle capriole per arrivare a fine mese e cercare di mettere da parte il budget per un viaggetto.
I più fortunati riusciranno a spuntarla con un volo Ryanair.
Ma per molti di noi, niente da fare: quest’anno nessun viaggio, ci sono i matrimoni… e allora non ci resta che pensare al vino per ogni circostanza che questa nuova agognata estate 2019 ci porterà.
Se rientrate tra coloro che penseranno a se stessi e si faranno un bel viaggio in località marittime da sogno, non ho nulla da dirvi.
Se state per sposarvi e quindi per colpa vostra i vostri amici non potranno farsi la vacanza desiderata, abbiate la compiacenza di farli bere dignitosamente al vostro matrimonio. Ecco qualche modesto - e interessatissimo - consiglio.
- Se il vostro budget è medio/alto. Abbiate la decenza di offrire vini di un certo livello. Magari fatevi aiutare da un esperto che vi guiderà nella scelta del o dei vini giusti per il menù del vostro giorno (ad esempio la mia consulenza al riguardo potrebbe essere un utilissimo dono di nozze). Per il brindisi iniziale, puntare sullo champagne è sicuramente d’effetto. Ma quale champagne? Io eviterei gli eccessi e mi lancerei ad occhi chiusi sul Pol Roger Brut Réserve: è buono, non costa una cifra assurda e ha una bella etichetta bianca che fa al caso vostro. Non pensate nemmeno di poter bere uno spumante brut sul dessert! Con il dessert dovete scegliere sempre e comunque un vino dolce, o magari un demi sec.
- Se il vostro budget è medio. Niente da fare. L’unica cosa che avrà a che vedere con lo champagne sarà il colore dell’abito da sposa. Non vi abbattete! Ottimi Franciacorta potranno venire in vostro soccorso, senza contare la sconfinata quantità di spumanti che è possibile reperire in commercio, tra tutti il Franciacorta Berlucchi Cuvée Imperiale Brut. Anche qui vige la stessa regola: niente Burt con i dessert! Con i dolci, un bel Moscato d'Asti, come quello dell'azienda Coppo.
- Se non avete un budget. Cosa vi sposate a fare?
In tutte le ipotesi indicate, non lesinate mai sulla quantità e tenete a mente che nel pranzo di nozze, il vino è quasi sempre incluso. Sarà certo più conveniente scegliere tra le etichette che catering o ristoratori vi proporranno.
Infine che fare se ricadete nella sventurata quota dei disillusi o degli abbandonati? Se siete appena stati lasciati o correte dietro ad amori impossibili, non vige alcuna regola se non quella del “bevo per dimenticare-superare”. Gin tonic, prosecco, Tavernello, champagne, Franciacorta e qualsiasi roba potabile dal minimo tasso alcolico vi è concessa.
Stessa regola per chi festeggia il proprio addio al nubilato o celibato: è l’ultima occasione di potere fare le zoccole o i cornuti (veri o presunti) con il tacito assenso della comunità di appartenenza; bevete quello che vi capita.
Personalmente ho sempre definito il matrimonio come “l’insano gesto” ma in realtà nutro profonda ammirazione per chi ha il coraggio di guardarsi negli occhi e scambiarsi una promessa di - potenziale - amore eterno.
Poi però comincio a farmi domande sull’eternità e sul tempo che passa e mi incarto in elucubrazioni dalle quali è difficile uscire.
Quindi prima di rileggere per la millesima volta il capolavoro di Heidegger, preferisco mettermi a bere. Anche io una bella bollicina, uno spumante e si cazzo, uno champagne! Crepi l’avarizia.
Del resto non ho 200 bocche di parenti famelici da dissetare.
Peppino di Capri mi si manifesta come la Madonna ai tre pastorelli in Cova d’Iria: «cameriere champagne!»
Un Roederer millesimmato è perfetto. O magari il Dom Perignon Rosé, mentre guardo lo spot della maison con Lenny Kravitz. No, un attimo… c’ho sti due matrimoni. Ok, calma.
Dal momento che il budget necessario per lo champagne sarà devoluto in regali di nozze, andrà benissimo anche il Franciacorta Brut di Contadi Castaldi che su Tannico troverete a circa € 8, 20 https://bit.ly/2MiB5cs.
Saremo pure un pò acidi, poveri e sfigati e per colpa dei nostri nubendi amici le nostre vacanze si svolgeranno tra la Riserva marina di Capogallo e il Lido dei Carabinieri a Ficarazzi. Poco male, troveremo comunque qualcosa da bere. Tanto prima o poi qualcuno divorzierà e saremo in diritto di pretendere in cambio dei nostri sforzi economici, una cena gratis all’ Enoteca Pinchiorri.