Mille bolle di te e di me
Giugno è alle porte. L’estate 2019 tanto attesa sta arrivando. Eccola, la stagione dei mancamenti sotto il sole, del mare sempre e comunque, delle derive in cerca dell’ombra e dei locali climatizzati.
La stagione dell’amore. L’amore che sboccia sui tramonti al mare, l’amore che finisce perché « ho bisogno di pensare a me stessa/o e quindi vado a Marbella con gli amici», l’amore consacrato da Dio o dall’uomo: la stagione del MATRIMONI.
Perché ammettiamolo, nessuno di noi si salva e da aprile in poi scatta la fobia delle partecipazioni e delle capriole per arrivare a fine mese e cercare di mettere da parte il budget per un viaggetto.
I più fortunati riusciranno a spuntarla con un volo Ryanair.
Ma per molti di noi, niente da fare: quest’anno nessun viaggio, ci sono i matrimoni… e allora non ci resta che pensare al vino per ogni circostanza che questa nuova agognata estate 2019 ci porterà.
Se rientrate tra coloro che penseranno a se stessi e si faranno un bel viaggio in località marittime da sogno, non ho nulla da dirvi.
Se state per sposarvi e quindi per colpa vostra i vostri amici non potranno farsi la vacanza desiderata, abbiate la compiacenza di farli bere dignitosamente al vostro matrimonio. Ecco qualche modesto - e interessatissimo - consiglio.
- Se il vostro budget è medio/alto. Abbiate la decenza di offrire vini di un certo livello. Magari fatevi aiutare da un esperto che vi guiderà nella scelta del o dei vini giusti per il menù del vostro giorno (ad esempio la mia consulenza al riguardo potrebbe essere un utilissimo dono di nozze). Per il brindisi iniziale, puntare sullo champagne è sicuramente d’effetto. Ma quale champagne? Io eviterei gli eccessi e mi lancerei ad occhi chiusi sul Pol Roger Brut Réserve: è buono, non costa una cifra assurda e ha una bella etichetta bianca che fa al caso vostro. Non pensate nemmeno di poter bere uno spumante brut sul dessert! Con il dessert dovete scegliere sempre e comunque un vino dolce, o magari un demi sec.
- Se il vostro budget è medio. Niente da fare. L’unica cosa che avrà a che vedere con lo champagne sarà il colore dell’abito da sposa. Non vi abbattete! Ottimi Franciacorta potranno venire in vostro soccorso, senza contare la sconfinata quantità di spumanti che è possibile reperire in commercio, tra tutti il Franciacorta Berlucchi Cuvée Imperiale Brut. Anche qui vige la stessa regola: niente Burt con i dessert! Con i dolci, un bel Moscato d'Asti, come quello dell'azienda Coppo.
- Se non avete un budget. Cosa vi sposate a fare?
In tutte le ipotesi indicate, non lesinate mai sulla quantità e tenete a mente che nel pranzo di nozze, il vino è quasi sempre incluso. Sarà certo più conveniente scegliere tra le etichette che catering o ristoratori vi proporranno.
Infine che fare se ricadete nella sventurata quota dei disillusi o degli abbandonati? Se siete appena stati lasciati o correte dietro ad amori impossibili, non vige alcuna regola se non quella del “bevo per dimenticare-superare”. Gin tonic, prosecco, Tavernello, champagne, Franciacorta e qualsiasi roba potabile dal minimo tasso alcolico vi è concessa.
Stessa regola per chi festeggia il proprio addio al nubilato o celibato: è l’ultima occasione di potere fare le zoccole o i cornuti (veri o presunti) con il tacito assenso della comunità di appartenenza; bevete quello che vi capita.
Personalmente ho sempre definito il matrimonio come “l’insano gesto” ma in realtà nutro profonda ammirazione per chi ha il coraggio di guardarsi negli occhi e scambiarsi una promessa di - potenziale - amore eterno.
Poi però comincio a farmi domande sull’eternità e sul tempo che passa e mi incarto in elucubrazioni dalle quali è difficile uscire.
Quindi prima di rileggere per la millesima volta il capolavoro di Heidegger, preferisco mettermi a bere. Anche io una bella bollicina, uno spumante e si cazzo, uno champagne! Crepi l’avarizia.
Del resto non ho 200 bocche di parenti famelici da dissetare.
Peppino di Capri mi si manifesta come la Madonna ai tre pastorelli in Cova d’Iria: «cameriere champagne!»
Un Roederer millesimmato è perfetto. O magari il Dom Perignon Rosé, mentre guardo lo spot della maison con Lenny Kravitz. No, un attimo… c’ho sti due matrimoni. Ok, calma.
Dal momento che il budget necessario per lo champagne sarà devoluto in regali di nozze, andrà benissimo anche il Franciacorta Brut di Contadi Castaldi che su Tannico troverete a circa € 8, 20 https://bit.ly/2MiB5cs.
Saremo pure un pò acidi, poveri e sfigati e per colpa dei nostri nubendi amici le nostre vacanze si svolgeranno tra la Riserva marina di Capogallo e il Lido dei Carabinieri a Ficarazzi. Poco male, troveremo comunque qualcosa da bere. Tanto prima o poi qualcuno divorzierà e saremo in diritto di pretendere in cambio dei nostri sforzi economici, una cena gratis all’ Enoteca Pinchiorri.
Cantine Aperte: cinque regole per non farsi detestare
Il nome della manifestazione la dice lunga: migliaia e migliaia di cantine in tutta Italia spalancano le porte e si lasceranno assalire da orde di appassionati e bevitori.
Cosa? Cantine aperte. Quando? Sabato 25 e domenica 26 maggio 2019.*
Sarà il giorno in cui gli ospitality manager e gli addetti all’accoglienza penseranno seriamente al suicidio o a un concorso alle poste nella speranza di un lavoro più tranquillo.
In effetti, quelle volte in cui mi sono ritrovata a partecipare a Cantine aperte, la situazione mi è sembrata spesso delirante.
Da sommelier preposto alla mescita in bouvette, mi sembravano tutti pazzi e alcolizzati.
Da visitatore e curioso mi sembravano tutti pazzi e alcolizzati con la non trascurabile conseguenza di non riuscire ad arrivare a recuperare nemmeno un grissino dal buffet.
Quest’anno ci riprovo, nonostante i traumi passati tornerò a cantine aperte con due miei carissimi amici. Ma torniamo a noi.
Non fate gli enosauri. Gli enosauri sono una via di mezzo tra l’essere umano e Godzilla. Una volta realizzato che, con una modesta cifra, potranno bere e mangiare a dismisura, perdono il senno, si ubriacano e devastano tutto quello che si trova nel loro raggio d'azione.
Nero d’avola, merlot, nebbiolo o catarratto non sono più vini ma essenze da fagocitare senza sosta perché " ho pagato il biglietto e me ne fotto! "
Se anche voi desiderate partecipare a questa bella manifestazione, provate a darvi un contegno e tenendo a mente queste 5 regole riuscirete a non farvi schifiare.
1) Non insistere per aver riempito tutto il calice.
Nonostante possiate bere tutto il vino che desiderate, chi ve lo serve (un sommelier o un impiegato dell’azienda) non potrà riempire il calice fino all’orlo.
Questo non perché voglia lesinare sulla quantità, ma perché le regole di servizio, così come la comune decenza, impongono di colmare il calice non oltre la “curva” del bevante ( cioè la coppa, per intenderci).
Se dipendesse esclusivamente dal desiderio di chi vi serve il vino, vi assicuro (per esperienza personale) che non solo vi riempirebbe il calice fino a farlo straboccare, ma vi darebbe anche tutta la bottiglia, anche un cartone da sei, il tirabusciò, una pacca sulla spalla e le chiavi della sua macchina per farvi andare via. Se volete proprio bere fino a scoppiare, armatevi di santa pazienza e fate con calma la fila tutte le volte che vorrete ricolmato il bicchiere.
2) Vietato tracannare.
Sorseggiate con calma, annusando (o facendo finta) il contenuto.
É il calice che raggiunge la bocca e non viceversa.
Niente gesti plateali: non fate roteare vorticosamente il vino nel calice, impugnatelo dallo stelo e non alzate il mignolino, non reclinate la testa all’indietro per scolarvi l’ultimo sorso.
Non urlate. Non lanciatevi in sperticati e rumorosi brindisi. Non siete al battesimo di vostro cugino. Siete ospiti di una cantina che vuole promuovere la propria attività e i propri prodotti, sforzatevi di essere educati.
3) Evitate rumori molesti.
Nel corso della manifestazione normalmente si inizia con una visita della cantina, dei locali di produzione, affinamento e (se presenti) di imbottigliamento del vino.
Anche in questo caso, la buona educazione sarà cosa gradita: ascoltate la vostra guida, magari togliete pure la suoneria del cellulare ed evitate di parlare al telefono a voce altissima mentre qualcuno si sta sforzando di far bene il proprio lavoro mentre voi siete in gita. Abbiatene rispetto.
4) Animali e minori di anni 18.
Entrambi saranno quasi sempre ammessi.
La buona educazione impone di mantenerli a bada e comunque - nel caso dei nostri amici a quattro zampe - di chiedere preventivamente l’ammissione.
In questo caso, sarebbe corretto munirsi di museruola e guinzaglio: potreste trovare altri animali intorno a voi o persone che detestano la presenza di quadrupedi a piede libero.
5) Sforzatevi di fare qualche foto decente dell’azienda e dei prodotti che andrete a degustare e postatela sui vostri profili social.
Nel farlo l’uso dei tag (@nomedellacantina) e geotag (indicazione della località) sarà cosa gradita.
Evitate l’uso dei trenini di hashtag su Facebook, limitatevi a un breve testo e #cantineaperte2019.
Sul vostro account Instagram invece libero sfogo alla fantasia: #caniteaperte2019 #winetime #winetasting #winemoments #winelovers #peaceandlove e chi più ne ha più ne metta (ricordate sempre tag e geo tag).
Così facendo, avrete ripagato il vostro ospite dell’accoglienza e centrato l’obiettivo della manifestazione: conoscere e far conoscere il buon vino e le persone che quotidianamente sfidano le bizze della natura e dell’umanità per creare e vendere un prodotto che ci piace tanto.
Per il resto, bevete, mangiate e divertitevi!
Io quest’anno sarò ospite della cantina TENUTA GORGHI TONDI. E voi?
* Qui troverete la lista completa delle cantine che aderiscono alla manifestazione e di quelle che hanno rinviato l’evento causa meteo: https://bit.ly/1lUrLW6